Devo ammetterlo, i Tool sono di certo una delle mie band preferite di sempre. Non fateci caso, quindi, se alcuni dei miei giudizi su di loro possono sembrare di parte. Sta di fatto che il quartetto californiano calca le scene da oltre vent’anni, e lo fa in un modo unico, continuando a sperimentare e innovare. In attesa di un possibile nuovo album a fine 2012, oggi vorrei parlarvi di Lateralus, senza dubbio una delle pietre miliari della carriera dei Tool. Terzo disco in studio, è uscito nel 2001, a sei anni da Ӕnima e dopo una battaglia legale con la precedente etichetta, la Volcano Records. Dopo un album come Ӕnima, sperimentale, cattivo, apocalittico, sembrava difficile rinnovarsi, andare avanti. Lateralus rappresentò invece un passo avanti enorme nel suono e nella poetica di Keenan e soci, introducendo tasselli in un mosaico tuttora in evoluzione. Continua a leggere
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Alt-J (Δ) – An Awesome Wave. Melting pot sonoro e sapienza commerciale
Chissà se Gwil Sainsbury immaginava come sarebbe andata quando nel 2007 fece sentire a Joe Newman, suo compagno di università a Leeds, alcuni pezzi composti sotto acido. Sicuramente non immaginava che di lì a cinque anni i due avrebbero fatto parte di un quartetto che sta in qualche modo entrando nell’olimpo della musica britannica. Sembrano paroloni questi, ma in realtà gli Alt-J (Δ) si sono già aggiudicati un premio niente male, il Mercury Prize 2012, per il loro album di debutto, An Awesome Wave.
Fantômas – The Director’s Cut. Must have!
Oggi comincia una nuova rubrica su Fuck Hipsteria, dedicata agli album cult del passato. Cercherò, umilmente, di parlarvi di dischi usciti da più di dieci anni ma che andrebbero ascoltati almeno una volta nella vita. Il primo disco che voglio, per così dire, celebrare è The Director’s Cut dei Fantômas.
Skunk Anansie – Black Traffic. Decisamente no
Parliamone. Era davvero necessario un nuovo disco degli Skunk Anansie? È ormai qualche giorno che ascolto Black Traffic, il nuovo lavoro della band inglese capitanata da Skin, il primo prodotto e distribuito dalla loro etichetta. Prima di scriverci su mi sono interrogato a lungo, e ho letto qualcosa in giro. Si è parlato di ritorno alle origini, di riscoperta di un’identità aggressiva e di canzoni arrabbiate. Non so che disco abbiano sentito i lor signori ma, a parte qualche sporadico fuck you, di arrabbiato in questo album non c’è proprio niente. Continua a leggere
Jagoda Project – “Jagoda”. Gente che ci sa fare
Non capita spesso, ma a volte i brutti incontri e le situazioni spiacevoli possono portare a piacevoli sorprese. È proprio quello che mi è successo l’altro giorno. Nel mezzo della mia accesa discussione con quel gruppetto da strapazzo (eviterò qui di infierire ulteriormente, sarebbe come sparare sulla croce rossa) mi sono ritrovato una richiesta di amicizia di una band, tale Jagoda Project. A quel punto, mi sono incuriosito e sono andato in giro a cercare notizie su di loro. Continua a leggere
Afterhours – “Padania”. Fotografia di un Brutto Paese
Sono tornati, e di certo non in punta di piedi. È uscito il 17 aprile, quasi quattro anni dopo I Milanesi Ammazzano il Sabato, il nuovo disco degli Afterhours, Padania. In molti, me compreso, non sapevano cosa aspettarsi. Il disco del 2008, infatti, sebbene fosse orecchiabile e incarnasse a suo modo lo stile di Agnelli e soci, di certo non era niente di epico o memorabile, anzi. Continua a leggere